Trasporti aerei. La Commissione decide di deferire la Slovacchia alla Corte di Giustizia sul rimborso per i viaggi annullati durante la pandemia
In data 9 giugno 2021, la Commissione europea ha deciso di deferire la Slovacchia alla Corte di Giustizia in quanto le sue disposizioni nazionali relative al rimborso per i pacchetti turistici annullati a causa della pandemia Covid-19 non sono conformi alla Direttiva (UE) 2015/2302, relativa ai pacchetti turistici e servizi turistici collegati (Direttiva Pacchetti Turistici).
Ai sensi della Direttiva Pacchetti Turistici, i viaggiatori hanno il diritto di essere rimborsati senza indebito ritardo e in ogni caso non oltre 14 giorni dopo la risoluzione del contratto di pacchetto turistico, dovuta a circostanze inevitabili e straordinarie. Tuttavia, a causa del Covid-19, molti pacchetti turistici sono stati cancellati e gli Stati Membri hanno adottato norme nazionali che consentono agli organizzatori di derogare alle norme sui rimborsi.
Secondo la legislazione slovacca, qualora a causa del Covid-19 la vacanza sia stata annullata, i viaggiatori possono soltanto accettare un pacchetto turistico modificato oppure un pacchetto sostitutivo offerto dall’organizzatore del pacchetto. In alternativa, i viaggiatori hanno diritto al rimborso, tuttavia solo dopo il 31 agosto 2021. Queste regole violano il diritto dell’Unione, in quanto secondo la Direttiva Pacchetti Turistici, i viaggiatori hanno diritto a un rimborso entro 14 giorni se il loro contratto di pacchetto turistico viene risolto a causa di circostanze inevitabili e straordinarie.
La Commissione ha avviato la procedura di infrazione contro la Slovacchia nel luglio 2020 e ha inviato un parere motivatonell’ottobre 2020. Nonostante avesse inizialmente annunciato un emendamento alla sua legislazione, che sarebbe dovuto entrare in vigore nel mese di maggio, alla fine di marzo 2021, l’autorità slovacca ha informato la Commissione che il progetto di emendamento non è stato adottato. Pertanto, la Commissione ha deciso di deferire la Slovacchia alla Corte di Giustizia.
Esmeralda Dedej