Ryanair chiede un accordo rapido per garantire la continuità dei voli dopo Brexit

Il Chief Financial Officier di Ryanair, Neil Sorahan, ha avvertito che in assenza di un rapido accordo tra Regno Unito e Unione Europea in merito al settore dell’aviazione, le compagnie aeree potrebbero essere costrette a sospendere i loro voli tra Europa e Regno Unito.

Attualmente, le compagnie europee possono operare tratte con aeroporti di partenza e arrivo situati all’interno dello spazio aereo comune che comprende tutti gli Stati membri e ulteriori Paesi vicini come il Marocco, l’Islanda, la Norvegia e la Svizzera. La possibilità che il Regno Unito continui a far parte del progetto europeo “cieli aperti” è alquanto remota, considerato che ciò implicherebbe il rispetto del principio della libertà di movimento e il riconoscimento della giurisdizione della Corte di Giustizia.

Secondo Sorahan è dunque necessario che il Governo di Theresa May renda noti al più presto i suoi orientamenti relativi alla regolamentazione dei rapporti con l’UE nel campo dell’aviazione, cosicché le imprese possano pianificare le loro attività. Le grandi compagnie aeree, infatti, sono solite organizzare i propri itinerari e orari di volo con circa un anno di anticipo; ciò significa che in assenza di un accordo bilaterale e di una chiara indicazione di come verranno gestiti i rapporti con l’Unione quando Brexit sarà realtà, Ryanair, così come altri vettori, potrebbe rinunciare anche ad operare le rotte interne al Regno Unito, che contribuiscono solo per il 2% al giro d’affari del vettore irlandese.

Altre compagnie, pur condividendo le preoccupazioni espresse dal CFO di Ryanair, si mostrano più prudenti sul possibile impatto della Brexit nel settore; l’Amministratore Delegato di KLM ha infatti dichiarato che anche nel caso in cui nessun accordo fosse concluso, KLM sarebbe in grado di assicurare l’operatività delle rotte tra i Paesi Bassi e il Regno Unito grazie ad appositi accordi tra le due nazioni risalenti agli anni ’60.

Infine, Sorahan ha dichiarato che se Ryanair fosse impossibilitata ad operare nel mercato britannico dopo la Brexit, la compagnia potrebbe concentrarsi su mercati come l’Italia (dove Ryanair rappresenta attualmente il primo vettore per numero di passeggeri trasportati), la Spagna e l’Europa dell’Est e valutare, allo stesso tempo, un aumento delle sue attività in Germania e Scandinavia.

Una portavoce del Governo May, riconoscendo l’importanza cruciale del settore dell’aviazione per l’economia britannica, ha rassicurato che il Governo cercherà di ottenere il miglior accordo possibile per garantire la futura prosperità del settore.

 

Davide Scavuzzo

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