L’Unione Europea rafforza le misure restrittive nei confronti della Corea del Nord
In data 6 aprile 2017, il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato nuove misure restrittive nei confronti della Repubblica popolare democratica di Corea (RPDC), che vanno ad integrare e a rafforzare il regime imposto dalle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC). Le nuove misure sono state adottate in considerazione del fatto che le azioni della RPDC violano numerose risoluzioni dell’UNSC e rappresentano una grave minaccia per la pace e la sicurezza internazionali nella regione e oltre.
Tali misure consistono sostanzialmente:
- nell’estensione a nuovi settori del divieto di investire nella RPDC, in particolare all’industria connessa alle armi convenzionali e ai settori metallurgico e aerospaziale;
- nel divieto di prestare alcuni servizi, in particolare servizi informatici e quelli connessi al settore minerario e al settore manufatturiero nelle industrie chimica, estrattiva e di raffinazione, a persone o entità nella RPDC;
- nell’aggiunta di quattro persone all’elenco delle persone soggette alle misure restrittive dell’Unione perché responsabili del supporto o della promozione dei programmi della RPDC legati al nucleare, ai missili balistici o ad altre armi di distruzione di massa.
Le misure restrittive dell’Unione Europea nei confronti della Corea del Nord erano state introdotte per la prima volta il 22 dicembre 2006 per dare attuazione a tutte le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite adottate in risposta ai test nucleari e ai lanci che ricorrono alla tecnologia dei missili balistici effettuati dalla RPDC, e includono anche ulteriori misure autonome dell’Unione. Le sanzioni riguardano armi e programmi nucleari, altre armi di distruzione di massa e programmi legati ai missili balistici della Corea del Nord, ed includono divieti di esportazione e importazione di armi, beni, servizi e tecnologie che potrebbero contribuire a tali programmi.
L’Unione ha inoltre invitato nuovamente la RPDC a riprendere un dialogo credibile e significativo con la comunità internazionale, a cessare le provocazioni e ad abbandonare tutte le armi nucleari e i programmi nucleari esistenti, nonché altre armi di distruzione di massa e programmi legati ai missili balistici, in modo completo, verificabile e irreversibile.
Davide Scavuzzo