La Commissione propone un nuovo metodo di calcolo del dumping

Il 9 novembre 2016, la Commissione europea, al fine di assicurare all’Europa strumenti idonei di difesa commerciale che le permettano di fronteggiare realtà come gli eccessi di capacità produttiva negli scambi internazionali, ha proposto un nuovo metodo di calcolo del dumping da applicare alle importazioni da Paesi nei quali esistono considerevoli distorsioni di mercato o in cui vi è una pervasiva influenza dello Stato sull’economia.

Secondo Cecilia Malmström, Commissaria dell’UE per il Commercio, la proposta è conforme agli obblighi internazionali dell’Unione nel quadro dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) in quanto il nuovo metodo di calcolo “… si applica senza distinzioni a qualsiasi paese e non attribuisce lo ‘status di economia di mercato’ a nessun paese. Una volta adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio, la proposta garantirà strumenti di difesa commerciale dell’UE idonei a far fronte alle nuove sfide e alle nostre realtà giuridiche ed economiche. Manterremo inoltre un livello di protezione equivalente …”.

Jyrki Katainen, Vicepresidente della Commissione europea e Commissario responsabile per l’Occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività, ha dichiarato che “… Il commmercio è la migliore leva della crescita in Europa. Ma il libero commercio deve essere equo e soltanto il commercio equo può essere libero. Oggi presentiamo una proposta per adattare i nostri strumenti di difesa commerciale alla realtà odierna caratterizzata da un eccesso di capacità produttiva e da un quadro giuridico internazionale in evoluzione. Più di 30 milioni di posti di lavoro, di cui 6 milioni nelle PMI, dipendono da un commercio libero ed equo, che resta al centro della strategia dell’UE per la crescita e l’occupazione …”.

La proposta, che introduce modifiche alla normativa antidumping e antisovvenzioni dell’Unione, è stata preceduta da una consultazione pubblica ed è accompagnata da una valutazione d’impatto.

Le distorsioni del mercato possono determinare un eccesso di capacità industriale spingendo gli esportatori a praticare il dumping dei loro prodotti sul mercato dell’Unione europea. Questo scenario arreca danni alle industrie europee che potrebbero sconfinare in perdita dei posti di lavoro e chiusura di stabilimenti, come nel caso del settore siderurgico dell’Unione.

Lo scorso ottobre, il Consiglio europeo ha invitato al raggiungimento di un accordo equilibrato ed urgente in merito alla posizione del Consiglio concernente la modernizzazione globale di tutti gli strumenti di difesa commerciale entro la fine del 2016. La proposta in oggetto, dunque, rappresenterebbe un importante tassello delle riforme necessarie e affiancherebbe la modernizzazione degli strumenti di difesa commerciale (TDI) dell’Unione, proposta dalla Commissione nel 2013.

Il metodo proposto andrebbe applicato ai procedimenti inizati a decorrere dall’entrata in vigore delle nuove norme. E’ previsto un periodo transitorio durante il quale le misure antidumping in vigore e le inchieste in corso resterebbero soggette alla normativa attuale. Quest’ultima prevede che il dumping sia calcolato confrontando il prezzo all’esportazione verso l’UE di un dato prodotto con i suoi prezzi o costi sul mercato interno del paese esportatore. Il nuovo metodo oggetto della proposta della Commissione, invece, varrà senza distinzioni nei confronti di qualsiasi paese, sarà applicato a tutti i membri dell’OMC e terrà in considerazione le distorsioni che si manifestano in alcuni paesi.

I casi di distorsione saranno individuati attraverso diversi criteri, come le politiche e l’influenza dello Stato, la presenza diffusa di imprese di proprietà dello Stato, la discriminazione a favore delle imprese nazionali e l’indipendenza del settore finanziario.

La proposta in oggetto è stata preceduta da dibattiti orientativi del Collegio nei mesi di gennaio e luglio, si basa su contatti con le parti sociali e con i portatori di interessi e su una consultazione pubblica. Inoltre, è stata portata a termine una valutazione d’impatto completa al fine di analizzare le implicazioni di una qualsiasi decisione su ciascuno Stato membro e su ciascun settore economico.

La proposta non sostituisce quella del 2013 relativa alla modernizzazione degli strumenti di difesa commerciale dell’UE, la quale mira a semplificare le procedure e a permettere all’UE di imporre dazi più elevati.

Pietro Michea

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