La Commissione europea avvia delle procedure d’infrazione contro l’Italia e il Regno Unito per le agevolazioni fiscali per yacht e aeromobili
In data 8 novembre 2018, la Commissione europea ha avviato delle procedure d’infrazione contro l’Italia e il Regno Unito per la tassazione dell’IVA per yacht e aeromobili.
Le procedure d’infrazione avviate dalla Commissione sono disciplinate dall’articolo 258 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), che conferisce alla Commissione il potere di agire in giudizio contro lo Stato membro che non rispetti gli obblighi derivanti dal diritto dell’Unione. Nel marzo 2018, la Commissione aveva aperto una procedura d’infrazione contro Cipro, Grecia e Malta in merito alla riscossione dell’IVA sugli yacht, a seguito delle rivelazioni dei cosiddetti Paradise Papers, che hanno portato alla luce una massiccia evasione dell’IVA nei settori delle imbarcazioni da diporto e dell’aviazione.
La Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora all’Italia per non aver riscosso l’importo corretto dell’IVA sul leasing di yacht. Secondo la Commissione, il criterio previsto dall’Italia in base al quale quanto più grande è un’imbarcazione, tanto meno è probabile che essa sia utilizzata nelle acque dell’Unione, riduce significativamente l’aliquota IVA applicabile. Nonostante la normativa europea in materia di IVA consenta agli Stati membri di non tassare i servizi quando l’utilizzazione e la fruizione effettive hanno luogo al di fuori dell’Unione, tale normativa non ammette una riduzione forfettaria generale senza la verifica del luogo di utilizzo.
La Commissione ha altresì inviato un secondo parere motivato all’Italia riguardante le esenzioni applicate al carburante utilizzato per la propulsione di yacht a noleggio nelle acque dell’Unione. In particolare, la Commissione ha rilevato che la normativa italiana consente di classificare come “commerciali” le imbarcazioni da diporto noleggiate anche quando vengono utilizzate per uso personale, il che può dar loro la possibilità di usufruire di carburante in esenzione da accisa per l’alimentazione dei motori. Ciò risulterebbe in una violazione della normativa europea sulle accise, che, se da un lato consente agli Stati membri di non tassare il carburante utilizzato da una compagnia di navigazione a fini commerciali, vale a dire per la vendita di servizi di navigazione marittima a terzi, dall’altro, prevede che tale esenzione sia applicabile soltanto se la persona che prende in leasing l’imbarcazione vende detti servizi a terzi.
La procedura d’infrazione avviata contro il Regno Unito riguarda, infine, delle pratiche abusive relative all’IVA sulle forniture e sul leasing di aeromobili, diffuse sull’Isola di Man. Secondo la Commissione, il Regno Unito non avrebbe contrastato efficacemente le pratiche abusive in base alle quali veniva detratta l’IVA per la fornitura e il leasing di aeromobili destinati all’uso privato. L’IVA è infatti detraibile solamente in caso di uso a fini professionali, mentre le forniture di aeromobili espressamente destinati all’uso privato, ivi compresi i servizi di leasing, non dovrebbero essere esenti dall’IVA.
L’Italia ed il Regno Unito dispongono di due mesi per rispondere alle lettere di costituzione in mora ricevute dalla Commissione. L’Italia dovrà inoltre conformarsi al parere motivato sulle accise entro due mesi. In caso di inadempimento, la Commissione potrà valutare di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’Unione europea.
Sara Capruzzi