In data 11 maggio 2017, il Consiglio dell’Unione europea ha adottato una decisione di esecuzione che prevede una raccomandazione per prolungare i controlli temporanei di frontiera in circostanze eccezionali. A partire da tale data, Austria, Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia potranno prolungare i controlli alle frontiere interne, in punti specifici, per un periodo massimo di sei mesi. Tale decisione è stata emessa nel contesto della crisi migratoria per rispondere alla minaccia grave per l’ordine pubblico e la sicurezza interna a seguito dei movimenti secondari di migranti irregolari.

Ai sensi dell’articolo 29 del Codice Frontiere Schengen, il controllo alle frontiere interne può essere ripristinato in circostanze eccezionali in cui il funzionamento globale dello Spazio Schengen senza controllo alle frontiere interne è messo a rischio a seguito di carenze gravi e persistenti nel controllo di frontiera alle frontiere esterne e nella misura in cui tali circostanze costituiscono una minaccia grave per l’ordine pubblico o la sicurezza interna nello Spazio Schengen senza controllo alle frontiere interne o su parti dello stesso. Tale controllo non deve avere durata superiore a sei mesi e tale periodo può essere prorogato non più di tre volte, per ulteriori sei mesi al massimo, se le circostanze eccezionali perdurano.

I controlli interni alle frontiere devono essere eseguiti in maniera proporzionata e solo ove sia necessario; dovrebbero essere effettuati inoltre solo come ultima risorsa e quando altre misure alternative non possono ottenere lo stesso effetto e dovrebbero essere mirati e limitati nell’ambito, nella frequenza, nella posizione e nel tempo a quanto strettamente necessario per salvaguardare la sicurezza interna minacciata da movimenti secondari di migranti irregolari.

Gli Stati membri in questione dovrebbero in ogni caso rivalutare settimanalmente la necessità dei controlli e adattarli al livello della minaccia.

Davide Scavuzzo