Aiuti di Stato. La Commissione europea si pronuncia sulle sovvenzioni corrisposte dallo Stato italiano all’autorità portuale di Napoli e sulla riscossione tardiva dei canoni di concessione da parte dell’autorità portuale
In data 20 settembre 2018 la Commissione europea ha accertato una violazione della normativa europea in materia di aiuti di Stato da parte dell’Italia.
La Commissione ha esaminato se le sovvenzioni concesse dall’Italia, per un valore di 44 milioni di euro, all’autorità portuale di Napoli violassero la normativa europea sugli aiuti di Stato. Tali concessioni sono state adoperate per ristrutturare i bacini di carenaggio napoletani affittati, con concessione trentennale, dall’autorità portuale di Napoli alla Cantieri del Mediterraneo (CAMED), un’impresa di costruzione e riparazione di imbarcazioni.
L’intervento pubblico è compatibile con la normativa europea quando viene effettuato a condizioni che un investitore privato operante in condizioni di mercato avrebbe accettato. Secondo la Commissione, i finanziamenti pubblici concessi all’autorità portuale di Napoli non rispettano tali condizioni, in quanto sono non rimborsabili e privi di costi di finanziamento.
Dell’aiuto di Stato ha usufruito anche la CAMED che, avendo avuto in affitto le strutture portuali prima delle ristrutturazioni, ha potuto fare uso del porto così rinnovato senza partecipare ad una gara d’appalto aperta ad altri soggetti. Inoltre, i pagamenti dovuti dall’impresa all’autorità portuale sono stati impropriamente calcolati, tendendo conto di parametri fissi predeterminati dalla legge ed ignorando l’accresciuto valore economico del complesso portuale ripristinato. Per questi motivi, la Commissione ha concluso che le sovvenzioni concesse violavano le norme europee sugli aiuti di Stato.
La Commissione ha inoltre condotto ulteriori indagini per verificare se la riscossione tardiva, da parte dell’autorità portuale di Napoli, dei canoni di concessione accordati a sette concessionari attivi nel porto di Napoli (imprese di riparazione navale, operatori di terminal e imprese di trasporto) costituisse un aiuto illecito. La Commissione ha osservato che l’autorità portuale ha adottato varie misure per la riscossione dei canoni, quali l’avvio di procedure di risoluzione contrattuale, la predisposizione di pagamenti rateali e l’imposizione del pagamento degli interessi di mora. Pertanto, in tale circostanza, la Commissione ha considerato la condotta dell’autorità portuale di Napoli comparabile a quella di un creditore di mercato diligente.
Davide Scavuzzo